Dall’altro ieri stiamo tutti con l’elemosiniere del Papa. Il cardinale Konrad Krajewski non ha soltanto riportato la luce a 450 persone, di tante nazionalità diverse e bisognose di aiuto, ha un gesto di solidarietà. Qualcosa che questo Paese, ormai accecato e assuefatto alla miseria abbandonica, non ricordava più.
Ma cosa ci ha portato a diventare un Paese dove si stacca la corrente elettrica a 450 persone? Cosa ci ha fatto dimenticare che in quello stabile il distacco di elettricità avrebbe coinvolto anche 100 bambini, oltre a alcuni malati che usavano e usano apparecchi elettrici per le terapie. Una risposta, potrebbe essere nei troppi porti (fintamente) chiusi, nella diffusione della paura del diverso, nella rabbia sociale fomentata e cavalcata a caccia di becero consenso, nell’assenza di contenuti e nella mancanza di confronto.
Ora che le polemiche del ministro Salvini con il Vaticano sono superate da nuove polemiche della Lega con gli alleati di governo, spero che la presidente di Acea, la Sindaca e la Prefetta di Roma – tre donne – vogliano parlarsi e cercare insieme una soluzione.
Il gesto del cardinale è stato un atto di giustizia sociale, che intreccia la responsabilità del gesto al bisogno di aiuto e alla necessità di dare una risposta umana. Non dimentichiamocelo e cerchiamo di improntare le nostre azioni, nell’esercizio dei diversi ruoli e funzioni, alla solidarietà. Spero vogliano farlo anche le tre donne nelle cui mani può passare la luce dello Spin Time.
Qui la mia lettera aperta alla Sindaca Raggi, alla Prefetta Pantalone e alla Presidente Acea Castelli pubblicata da Avvenire.

Città, Energia, I miei articoli, Politica
Quel condominio riacceso, la riscoperta della solidarietà e il potere di 3 donne
SU AVVENIRE LA MIA LETTERA APERTA ALLA SINDACA RAGGI, ALLA PREFETTA PANTALONE E ALLA PRESIDENTE ACEA CASTELLI
Aggiungi commento