Francamente trovo sia un’arma di distrazione di massa, esercitata periodicamente dai soliti noti, l’ipotesi di resuscitare il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. Parliamo di un’opera di vecchia concezione e dalla dubbia utilità che non serve al futuro del Paese e che è già costata troppo agli italiani. Se è di buon senso dire, come ha fatto il ministro Giovannini, che la nuova relazione della commissione tecnica voluta dall’ex ministra De Micheli va presa in esame dal Parlamento e che su questo si dovrà aprire un dibattito pubblico, vorrei ricordare a tutti la sismicità dell’area e la necessità prioritaria di potenziare infrastrutture fondamentali per la Sicilia e la Calabria.
Più che per il Ponte sullo Stretto di Messina, un’idea partorita nel passato che ci fa restare nel Novecento e già bocciata da un precedente esecutivo, si investa per dotare Calabria e Sicilia di una estesa rete di doppi binari e alta velocità, si aumenti il numero dei treni per i pendolari, si rafforzino le linee di tram e metropolitane e si progettino nuove ciclovie. Per una mobilità pubblica efficiente e sostenibile, per il diritto a muoversi. E si colga questa occasione per mettere la parola fine sul Ponte, che è, ripeto, solo una grande operazione di distrazione di massa. Il Paese non ha né risorse, né tempo da perdere.
PARLIAMO DI TPL PENDOLARI E FUTURO
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