L’Italia ha chiuso il 2019 votando per l’emergenza climatica con la mozione di maggioranza a mia prima firma approvata dalla Camera per chiamare con il suo nome la crisi climatica in atto e per affrontarla con misure adeguate. Una mozione attesa soprattutto fuori dal Parlamento, con cui abbiamo voluto rispondere agli attivisti dei Fridays For Future e alle decine di migliaia di giovani scesi in piazza per i climate strike. La mozione impegna, tra l’altro, il governo ad accelerare la transizione energetica, a rivedere al rialzo gli obiettivi del Piano per l’energia e il clima, a tagliare gradualmente i sussidi fossili e a realizzare un piano strutturale di messa in sicurezza del territorio, mitigazione del rischio e adattamento al climate-change. Definendo una road-map per il clima e per un nuovo sviluppo equo e sostenibile, da realizzare nei prossimi mesi ed anni.
Per farlo basta ascoltare la scienza, come chiedono i ragazzi della ‘generazione Greta’. Una sfida che si vince anche con la partecipazione e con una politica capace di costruire un consenso informato nel Paese, anziché di rincorrerlo solo a fini elettorali.
Oltre a tornare ad occuparmi di un’agricoltura libera dalla chimica e di lotta ai pesticidi, per il nuovo anno con i colleghi Alessandro Fusacchia del gruppo Misto, Paolo Lattanzio del M5S, Lia Quartapelle PD ed Erasmo Palazzotto LeU abbiamo lanciato la campagna “Cinque per cinque”. Un appello al coraggio che facciamo alla nostra maggioranza e al governo, declinato in cinque proposte di legge su: congedo di paternità lungo, fiscalità verde, lavoro, riqualificazione delle città ed eredità universale che presenteremo ai cittadini in un tour che toccherà varie città del Paese, da nord a sud.
Qui la mia intervista a e7, il settimanale di Quotidiano Energia.
LA MIA INTERVISTA AL SETTIMANALE DI QUOTIDIANO ENERGIA
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