Sono arrivati al governo con la metà del consenso dei Cinque Stelle, ma nella campagna elettorale permanente la Lega continua a macinare consenso e da mesi ha ormai superato nei sondaggi gli alleati di governo. Dopo l’Ilva, la Tap, la Tav e le trivelle, tutti temi sui quali i Cinque Stelle si erano esposti in campagna elettorale e rispetto ai quali hanno dovuto digerire pesanti retromarce, ora il conflitto si sposta anche sui Parchi e la caccia. Così le mani della Lega si allungano sul cuore verde dell’Italia. L’affondo arriva dal tour elettore di Salvini in Sardegna, da dove il ministro felpato dichiara: “Non si può dire no al carbone, no al petrolio, no al metano, no alle trivelle, con i soli No non si campa”. E poi si sposta al Senato dove, tra l’altro, i senatori del Carroccio si sono distinti per aver presentato alcuni emendamenti al decreto Semplificazioni che vorrebbero far tornare indietro il Paese sulla caccia, all’epoca delle doppiette libere. Alcuni dei quali sono stati dichiarati inammissibili e quindi neutralizzati . Ma questo attacco alla bioversità, prontamente denunciato da Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf, va respinto in blocco. Spero che i Cinque Stelle lo facciano, dimostrando nei fatti il loro dichiarato interesse per la tutela dell’ambiente.
Il mio intervento su La Stampa si può leggere qui.
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