Per il Paese si apre l’opportunità di avere finalmente un governo di legislatura con un programma ambizioso che abbia la crisi climatica, lo sviluppo sostenibile, i diritti, la lotta alle diseguaglianze al centro e che ricollochi l’Italia in maniera autorevole in Europa. Perché la questione ambientale è anche economica: riguarda la creazione di nuovi posti di lavoro, l’innovazione, la formazione, uno sviluppo equo che non compromette il futuro, la sicurezza dei cittadini sui territori.
Un governo di svolta deve restituire dignità e tutele al lavoro, garantire pari diritti a tutte e a tutti indipendentemente dalla regione di residenza, valorizzare le competenze e la partecipazione delle donne, aiutare la ripartenza dei territori colpiti dal sisma e contrastare con forza le illegalità.
Come cittadina, prima ancora che come deputata e garante della missione collettiva Mediterranea, credo che i decreti Sicurezza vadano superati e che sia urgente un cambio di passo nelle politiche per la gestione dei migranti.
Su questi fronti prioritari daremo il nostro contributo alla maggioranza e sfideremo l’esecutivo a tenere alta l’asticella degli obiettivi. Con concretezza. Per inaugurare un Green new deal mi aspetto, ad esempio, che l’Italia sostenga la nuova politica di finanziamenti energetici concentrati su rinnovabili ed efficienza della Banca europea per gli investimenti e che con la prossima manovra si inizino a tagliare i sussidi fossili e a rimodulare l’Iva, tenendola più bassa per i prodotti che inquinano meno.
Questo in sintesi il mio intervento in Aula alla Camera durante il dibattito sulla fiducia.
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