Sulla battaglia contro il covid e sulla campagna di vaccinazione l’Europa si gioca il proprio futuro: fare meglio insieme è la ragione sociale alla base del patto di integrazione europeo, se non dimostriamo che essere europei è un vantaggio in termini di salute e sicurezza, l’unione serve a poco.
Abbiamo bisogno che l’Italia svolga un ruolo coerente con quello di un governo che si definisce ambientalista. E sulla coerenza oggi non mi pare che ci siamo. Prova ne sia la discussione sulla tassonomia europea, ossia sulle condizioni che si devono rispettare per definire un investimento, una attività o un sussidio verde. Dibattito in cui le lobby europee del gas, Snam ed Eni in testa, con il sostegno degli Stati dell’Est e anche dell’Italia sono riuscite a cambiare la proposta della Commissione Ue e a far inserire il gas tra gli investimenti verdi. Se questa posizione fossile fosse confermata il Green deal europeo riceverebbe un colpo gravissimo.
Spero vivamente che la posizione dell’Italia torni coerente con quella di un governo veramente ambientalista. Ci serve un Pnrr più ambizioso e in linea con l’Accordo di Parigi. Ed è ora di dare risposte ai tanti giovani che manifestano per il clima. Con il Piano integrato energia e clima anche l’Italia deve contribuire al target di riduzione delle emissioni al 2030 e deve diventare un Paese innovativo, sostenibile ed equo. Lo dobbiamo a quella Next Generation da cui stiamo prendendo i fondi in prestito.
Il mio intervento in Aula sulle comunicazioni del Premier Draghi in vista del Consiglio europeo.
Aggiungi commento