LO DEVE AI GIOVANI DEL CLIMATE STRIKE. IL MIO INTERVENTO SU RINNOVABILI

Basta minimizzare. Il nostro è il tempo di agire per arginare la crisi climatica e di essere coraggiosi e coerenti. Tanto in patria quanto a livello internazionale. Perché ci è rimasto poco tempo e questa è una battaglia che non si vince da soli e in cui ognuno deve fare la sua parte. Lo ha ribadito l’Onu  con il Global Environment Outolook che sottolinea, tra l’altro, come ben un quarto delle morti premature e delle malattie in tutto il mondo sia legato all’inquinamento e ai danni all’ambiente causati dall’uomo.

Hanno dunque ragione quei milioni di giovani che, seguendo l’esempio di Greta Thunberg, hanno invaso le strade del mondo in occasione dello sciopero globale per il clima per rivendicare il proprio diritto al futuro. Quello che stiamo letteralmente e materialmente rubando loro non affrontando la crisi climatica.

Sul clima la penso come loro: dovremmo andare letteralmente nel panico perché i mutamenti climatici sono qui ed ora e ormai abbiamo poco tempo per arginarli. È ancora troppo grande la distanza tra gli impegni assunti dal mondo a Parigi e gli obiettivi effettivi di riduzione delle emissioni che i Paesi si stanno dando. Anche in Italia il governo giallo bruno non ha portato quel cambiamento sull’ambiente che troviamo solo nella propaganda, non sta spingendo sulle rinnovabili né sull’efficienza energetica e non ha iniziato neppure a spostare verso soluzioni innovative e sostenibili i 16 miliardi di sussidi alle fonti fossili.

La politica, specialmente quella italiana, ha un problema culturale. Fatica a capire che difendere l’ambiente e rispondere alla sfida del clima non solo è necessario, ma rappresenta anche un’opportunità per creare lavoro e una nuova economia più sostenibile, inclusiva e dunque più competitiva. Per rispondere contemporaneamente alle crisi economica e sociale. Che abbiamo conoscenze, tecnologie e mezzi necessari alla conversione ecologica. E anche azioni semplici come ridurre il consumo di carne e lo spreco alimentare possono dare un contributo importante.

La crisi climatica è una priorità che è doveroso mettere al centro dell’agenda politica ed è proprio quanto provo a fare con il mio impegno in Parlamento. Per accelerare la transizione verso lo sviluppo sostenibile servono politiche coerenti, occorre orientare l’innovazione verso l’efficienza e il futuro, usare la leva fiscale e spingere sulla finanza verde, agire su settori strategici come l’energia, la mobilità e l’agricoltura e lavorare per rendere resilienti le nostre città. Occorre stare in Europa da protagonisti, spingere l’UE a ritrovare la sua leadership sul clima.

Dalle piazze piene di giovani che in 98 paesi di tutto il mondo hanno dato vita al Global Climate Strike for Future arriva la speranza in un risveglio delle coscienze che potrebbe muovere anche la montagna della politica.

Il mio intervento su Rinnovabili.it è disponibile a questo link.

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Rossella Muroni

Ecologista, progressista e femminista, esperta di sostenibilità ambientale e Presidente di Nuove Ri-Generazioni. Fino a ieri presidente nazionale di Legambiente e vicepresidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati.

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