L’emergenza sanitaria ha piegato il Paese e il coronavirus ha schiacciato quel che si è trovato di fronte. Ma questa pandemia non può essere una scusa per abbassare la guardia sulle politiche ambientali perché sarà anche riuscita a svuotare le città e a renderle forse più respirabili, ma nessuno può permettersi di pensare che sia possibile sacrificare l’ambiente in nome della ripartenza.
Nella fase 2 e nella ripartenza dell’Italia, io ci vedo altro. Sviluppo sostenibile, alle diseguaglianze sociali, istruzione scolastica innovativa e formazione universitaria protesa alla ricerca e al mercato di domani. Tutto nel segno della discontinuità rispetto ai vecchi schemi. Perché spesso sono proprio quelle regole primitive che ci hanno portato dove ci troviamo ora: con le continue deroghe, con la sanità che ha mostrato tutta la sua fragilità nella rete territoriale e di medicina di prossimità, con l’indifferenza per la difesa del territorio che ha portato a stragi di innocenti sotto alluvioni e valanghe di fango. Con il pensiero corto dell’industriale che guarda soltanto alla produzione ‘a-tutti-i-costi’ senza farsi troppe domande su inquinamento e sicurezza dei lavoratori, con i condoni e l’abusivismo che cancellano i nostri gioielli naturali, con l’evasione e l’elusione fiscale che rubano i servizi alla collettività.
Ora è il momento di essere ancora più convinti delle nostre azioni, proprio come tradizionalmente avviene in una fase post-bellica. Perché noi oggi stiamo uscendo da una guerra. Dovremmo affrontare il futuro, e nello specifico il Green deal, con l’entusiasmo che si diffuse nel Paese durante la ricostruzione degli anni ’50 e ’60. Mantenendo la promessa di una società prospera, inclusiva e sostenibile.
Il mio intervento su Immagina

Ambiente, Clima, Energia, I miei articoli, Politica
Sviluppo sostenibile e lotta alle disuguaglianze, la Fase 2 della nuova Italia
IL MIO INTERVENTO SU IMAGINA
Aggiungi commento