Con la mozione appena approvata sulla Tav Torino-Lione la maggioranza giallo-bruna punta a rinviare di qualche tempo, presumibilmente a dopo le europee, la decisione finale sull’opera. Curiosamente questa tregua armata tra Lega e Cinque Stelle arriva dopo il voto che ha negato l’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini per il caso Diciotti. Una tregua che ha il sapore dello scambio.
Ridiscutere il progetto nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia come prevede la mozione di maggioranza significa, infatti, solo fare ‘ammuina’, temporeggiare fino a dopo le amministrative e le europee. Un rinvio che chiaramente non nasce dalla volontà di ripensare l’opera o da una diversa strategia per la mobilità del Paese, ma solo dalla volontà di non compromettere il consenso dei due partiti di maggioranza di fronte alle urne. Che infatti mantengono le rispettive posizioni.
Come noto considero la Tav Torino-Lione un’opera superata, dannosa per l’ambiente e costosa, che non risponde né alle priorità del settore né alle esigenze degli italiani. Ma da cittadina, prima ancora che da deputata, mi sarebbe piaciuto che dietro al rinvio ci fossero un’analisi, un progetto alternativo, una visione per disegnare la mobilità e la logistica del futuro. Invece dietro questa mozione non ci sono legittime decisioni politiche, ma solo gli interessi politici dei due partiti di maggioranza.
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