LE PRIORITÀ SONO ALTRE E LA MAGGIORANZA TEMPOREGGIA ... IN ATTESA DELLE EUROPEE. IL MIO INTERVENTO SU LA STAMPA

La Tav Torino-Lione è un’opera superata, dannosa per l’ambiente e costosa. Le priorità per garantire la mobilità a cittadini e merci sono altre: rafforzare la mobilità per i pendolari, estendere la rete delle metropolitane e investire in quella destinata alle merci. Ma in Italia il dibattito è tutto ideologico e non si riesce ad andare sul merito delle cose neanche dopo la pubblicazione dell’analisi costi-benefici. Un documento che per diversi aspetti non convince nel merito, ma che i fautori dell’opera osteggiano a priori considerandola di parte.

Tra le voci che proprio non convincono della costi-benefici c’è la scelta di inserire tra i costi dell’opera la riduzione delle entrate legate ai pedaggi autostradali e alle accise su benzina e carburanti, davvero discutibile per un governo che dice di avere a cuore l’ambiente. Un argomento che viene cavalcato ora dai si-Tav che improvvisamente, anche a sinistra, si scoprono ecologisti. Poi ci sono le previsioni sui flussi di traffico, che in passato si sono rivelate completamente sballate e che oggi non tengono sufficientemente in conto dello spostamento delle direttrici di scambio sull’asse sud-nord. È un grosso limite, inoltre, che l’analisi sia stata realizzata nel chiuso dei palazzi, anziché in un confronto trasparente che prendesse in considerazione anche le posizioni di comunità e territori interessati.

E non è certo una soluzione la tregua, siglata guarda caso dopo il voto che ha negato l’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini, tra M5S e Lega che approderà oggi in Aula alla Camera sotto forma di mozione e che punta a rinviare la decisione, probabilmente a dopo le europee. Una tregua che ha il sapore dello scambio.

Una delle poche analisi lucide sul tema l’hanno proposta Anna Donati e Maria Rosa Vittadini su Sbilanciamoci.info sottolineando che in Italia mancano le politiche per trasporti e mobilità, manca un piano generale dei trasporti e della logistica, non c’è programmazione e in passato sono stati privilegiati gli interessi della gomma. Che non abbiamo mai fatto niente, neanche imparato dai nostri vicini, per promuovere attivamente il trasporto merci su rotaia, che con la nostra inerzia abbiamo condannato al declino la linea esistente tra Torino e Lione e ora però reclamiamo la Tav.

Anziché andare avanti con un progetto i cui presupposti sono obsoleti, bisognerebbe riorientarne le risorse su opere realmente utili agli italiani, quindi su una mobilità urbana moderna e sostenibile, sul trasporto pubblico locale e sulla cura del ferro così da dare alternative all’uso di mezzi privati e pesanti. Bisognerebbe finalmente iniziare a programmare la mobilità e la logistica. Non possiamo sperare che questo sforzo di visione lo faccia il governo giallo-bruno. Ma almeno a sinistra dovremmo iniziare a disegnare la mobilità del futuro, quella che desideriamo per il nostro Paese: per inquinare meno e creare nuovi posti di lavoro. Provare ad essere portatori di una nuova cultura e di una nuova visione e poi essere conseguenti nelle proposte e nelle decisioni.  E dovrebbe provarci anche il Presidente del Piemonte Chiamparino. Non si può sostenere al contempo la Tav perché ridurrebbe le emissioni del trasporto e il raddoppio (in corso) del tunnel autostradale del Fréjus distante pochi chilometri. Ecco perché i Si-Tav di sinistra come ecologisti sono davvero poco credibili.

Il mio intervento su La Stampa Tutto Green è disponibile in versione integrale qui.

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Rossella Muroni

Ecologista, progressista e femminista, esperta di sostenibilità ambientale e Presidente di Nuove Ri-Generazioni. Fino a ieri presidente nazionale di Legambiente e vicepresidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati.

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