“Basta prendere in giro gli italiani sulle trivelle. Offende l’intelligenza dei cittadini dire che le concessioni su terraferma e i nuovi permessi di ricerca nel Mar Ionio accordati dal Mise di Di Maio e riportati nel Bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle geo risorse di fine dicembre siano responsabilità dei passati governi.
Se il governo giallo-verde, o almeno i Cinque Stelle volessero mantenere fede alla loro promessa elettorale di fermare le trivellazioni basterebbero tre semplici mosse: varare una moratoria di due anni sulle nuove attività petrolifere, reintrodurre il Piano delle aree e vietare l’uso dell’airgun, tecnica che provoca gravi danni in particolare ai cetacei e influisce in negativo anche sulla pesca. Proposte che raccolgono alcune delle istanze avanzate dal Coordinamento no-triv e che avevo fatto anche con alcuni emendamenti alla Legge di Bilancio. Peccato che l’emendamento con cui chiedevo la reintroduzione del Piano delle aree è stato dichiarato inammissibile, mentre quello con cui proponevo di alzare al 20% le royalties per l’estrazione di idrocarburi e gas sia in mare che sulla terraferma non è neanche stato posto in votazione. Sulla questione airgun ho già depositato una proposta di legge per vietare l’uso di questa tecnica ad alto impatto ambientale nella ricerca di idrocarburi, sarei contenta se il governo volesse farla sua.
Puntare sugli idrocarburi in un periodo in cui i mutamenti climatici sono sempre più evidenti, anche nel nostro Paese, significa andare a sbattere contro un muro. Non è più rinviabile una scelta forte che ci faccia uscire dalle fonti fossili e che ci consenta di procedere spediti sulle rinnovabili”.
Così la deputata di LeU Rossella Muroni interviene sulla concessione di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi su terraferma, sulla concessione prorogata e sui tre nuovi permessi di ricerca di gas e petrolio in mare rilasciati di recente dal Mise.
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