La misura che introduce dal 1 gennaio 2019 incentivi e disincentivi all’acquisto di auto nuove sulla base delle emissioni di CO2 per km, introdotta con uno dei pochi emendamenti approvati alla Legge di Bilancio, la trovo buona nelle intenzioni ma sbagliata nella realizzazione.
Pur condividendo l’idea di far pagare di più chi inquina maggiormente, secondo il principio ‘Chi inquina paga’, trovo che la misura sia fatta male e che non basti a mutare il segno di questa manovra. Più che una manovra del cambiamento, reputo questa Legge di Bilancio una manovra da cambiare. L’emendamento bonus-malus, insieme a quello sulla micromobilità, così come sono scritti sono solo delle misure spot.
Intanto manca una parte fondamentale per spingere verso l’innovazione amica dell’ambiente l’industria italiana, ossia un legame tra il bonus e la sostituzione di modelli di auto vecchi e inquinanti con modelli a minori emissioni. E soprattutto manca una visione globale di mobilità moderna e sostenibile per il Paese. Non si può procedere misura per misura, opera per opera: va potenziato il trasporto pubblico locale pulito ed efficiente, la mobilità leggera, condivisa e pulita in città, il trasporto ferroviario e quello pendolare. Da solo il bonus-malus premia esclusivamente la produzione di nuove auto, non un modello diverso e sostenibile di mobilità.
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