Come ha detto l’attivista svedese Greta Thunberg, oggi in Senato, a causa dell’inazione sul cambiamento climatico stiamo rubando il futuro ai nostri figli. Eppure è ancora possibile affrontare la sfida climatica, che è la più semplice e insieme la più difficile da risolvere: semplice perché sappiamo cosa dobbiamo fare per vincerla, ossia tagliare le emissioni, difficile perché proprio sulle fonti fossili che generano le emissioni climalteranti è fondato l’attuale modello di sviluppo.
Grazie alla coraggiosa battaglia di Greta anche in Italia i ragazzi si mobilitano e il tema dei mutamenti climatici è uscito dalla cerchia di addetti ai lavori ed ecologisti. Ma la politica non si può limitare alle parole, deve dare risposte concrete alla sfida del clima attraverso decisioni e provvedimenti.
Il Def da questo punto di vista è debole e deludente, non fa alcuna autocritica sull’impostazione della manovra, che evidentemente non ha avuto l’effetto sperato sulla crescita, presenta investimenti pubblici al minimo storico e non attacca neanche i 14 miliardi di sussidi diretti e indiretti ai combustibili fossili censiti al 2016. Tagliare gradualmente le risorse che lo Stato ogni anno da alle attività economiche con impatti dannosi sull’ambiente e spostarle a favore di quelle orientate all’efficienza e alla sostenibilità è invece la prima cosa da fare per spingere il nostro sistema economico verso lo sviluppo sostenibile e aiutare il clima. Purtroppo ancora una volta questo governo ci presenta un atto che è l’ennesima occasione persa per il Paese.
Il mio intervento in Aula nella discussione sul Def,
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