Il governo giallobruno nella sua propaganda perenne in vista delle elezioni Europee continua a mistificare la realtà, su più fronti. Ieri è toccato ancora all’ex-Ilva e a Taranto con la ministra Lezzi che assegnava al governo di cui fa parte il merito di aver eliminato l’immunità e di aver praticamente avviato la riconversione dell’acciaieria con il decreto Crescita.
Nel decreto all’esame della Camera il governo ha riscritto, non cancellato, la norma sullo scudo penale. Per questo ho presentato alle Commissioni riunite Bilancio e Finanza un emendamento sottoscritto anche dai colleghi Fassina e Pastorino che sostituisce l’art. 46 del dl Crescita con la soppressione della parte della norma introdotta dal governo Renzi in modo da cancellare la non responsabilità penale delle condotte di commissari, affittuari e acquirenti relative all’attuazione dell’Aia e delle altre norme a tutela dell’ambiente, della salute e della incolumità pubblica.
Per dare le risposte che Taranto e i suoi cittadini aspettano da troppo tempo, risposte di cui la politica deve farsi carico, ho presentato un emendamento che introduce al decreto Crescita l’articolo 46-bis e con esso un Piano nazionale straordinario di risanamento ambientale dell’ex Ilva e della città di Taranto.
L’emendamento, sottoscritto anche da Fassina e Pastorino, vuole rimediare ai troppi anni di ritardi, omissioni e promesse mancate, di diritti negati che pesano sulla città. Taranto non può più aspettare, servono fatti e risposte chiare che si possono dare solo avviando un Piano che inizi il 30 settembre 2019 e termini entro 30 giugno 2021 e che intervenga per rendere obbligatoria per la più grande acciaieria d’Europa la Valutazione preventiva dell’impatto ambientale e sanitario. Il Piano dovrà, inoltre, fare il punto e accelerare sulle bonifiche delle aree contaminate, sulla bonifica del Mar Piccolo; intervenire sull’utilizzo delle acque reflue dei depuratori Gennarini e Bellavista, sul Contratto Istituzionale di Sviluppo di Taranto, sugli interventi per lavoro e sicurezza dell’ex polo siderurgico e dovrà chiarire finalmente la questione dei risarcimenti ai cittadini di Taranto. Il Piano prevede finanziamenti aggiuntivi rispetto a quelli già stanziati, è articolato in una pluralità di programmi obiettivo e va adottato entro 30 giorni dalla conversione in legge del decreto Crescita su proposta del ministero dell’Ambiente di concerto con il Mise e sentiti la Regione Puglia e il Comune di Taranto.

Ambiente, Comunicati
Un piano nazionale straordinario di risanamento ambientale per ex-Ilva e Taranto e no all’immunità
E' QUANTO PROPONGONO ALCUNI DEI MIEI EMENDAMENTI AL DL CRESCITA
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