Si tratta di una manovra che colpisce per quello che non c’è: non punta sullo sviluppo sostenibile, non da risposte sul fronte dell’economia circolare, non investe sulla mobilità sostenibile e addirittura taglia i finanziamenti per la cura del ferro. La sola misura sulla mobilità elettrica, quella sull’ecotassa, è un emendamento fatto male, presentato di notte che ha avuto il solo effetto di contrapporre chi teme la fine del mondo con chi teme la fine del mese. Ancora. La manovra non tocca quei 16 miliardi di sussidi dannosi per l’ambiente che avrebbero potuto e dovuto essere allocati per altre finalità, non stabilizza l’ecobonus ma lo proroga di un solo anno e non tocca i canoni concessori. Non è all’altezza neanche la politica energetica. Non basta qualche singola misura a cambiare il segno di questa manovra che non ha visione e non aiuta l’occupazione.Questa legge di Bilancio punisce le donne, la stampa libera e il no-profit sottoponendo le prime al ricatto di lavorare fino al nono mese di gravidanza, tagliando i contributi diretti all’editoria e cancellando con un tratto di penna le agevolazioni sull’Ires per il Terzo Settore.
Come se non bastasse ci fa tornare indietro anche su legalità e trasparenza negli appalti pubblici alzando a 150.000 euro la soglia entro cui si potranno affidare con modalità diretta incarichi e lavori. Altro che cambiamento. Qui si continuano a premiare furbi ed evasori.
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