La buona notizia è che il 61% dei campioni alimentari analizzati risulti regolare e privo di residui di pesticidi, ma a preoccupare sono l’1,3% dei campioni fuorilegge e soprattutto quel 34% di quelli regolari che presentano uno o più residui di pesticidi. Sostanze che hanno pesanti costi socio-sanitari per la contaminazione delle acque, per i residui che ingeriamo insieme al cibo, per il degrado del suolo e per la perdita della biodiversità. Da questi dati del dossier Stop Pesticidi di Legambiente si capisce bene perché è urgente cambiare il nostro modello di sviluppo in tutti i settori, agricoltura compresa.
Per valorizzare la nostra agricoltura sostenibile e di qualità, tutelando al contempo l’ambiente e la salute di chi vive e lavora nelle zone agricole ho quindi depositato una mozione che impegna il governo a vietare l’uso di pesticidi e diserbanti, a partire dal dannoso glifosato, a introdurre l’obbligo di avviso ai residenti prima di ogni trattamento chimico e quello della cosiddetta “fascia di sicurezza” per evitare il rischio di contaminazione chimica di colture bio, abitazioni e spazi pubblici.
L’atto, ispirato anche dalla campagna “Cambia la Terra” e dalla petizione on-line lanciata dal gruppo “No Pesticidi”, verrà discusso questa settimana alla Camera e con un dibattito approfondito e uno sforzo di mediazione spero di arrivare a una mozione unitaria per un’agricoltura sostenibile. Una battaglia a tutela del futuro dei nostri agricoltori. E siccome difendere le api significa difendere l’ambiente e il futuro del settore primario, anche in Italia – come stanno facendo in Baviera associazioni e Verdi – proponiamo un referendum per salvare le api aumentando gli ettari condotti con metodo bio, i corridoi ecologici e le aree pesticidi-free.
Il mio intervento sull’HuffPostItalia è disponibile qui.
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